Lo scorso fine settimana, la Mollichina, neanche due mesi, ha volato. Lei, l’Astro ed io siamo scesi a Milano per un fine settimana in stile Re magi. Ovvero per tre giorni parenti e amici sono venuti a conoscere la pupa portando doni e sorrisi.
Volo di andata venerdì sera con Air France e ritorno lunedì sera con Alitalia. Una mini-maratona, lo so. Ma, fiera di nostra figlia come solo una mamma può essere, avevo troppa voglia di presentarla a tutti. Lei é stata bravissima, spero solo di non averla messa troppo sottosopra.
La parte più stressante (per me, non per lei credo) é stata l’aereo. Devo dire che volare con una bimba cosi piccola, richiede una logistica quasi militare. Noi che in 8 anni di vita de espatriati e viaggiatori, prendevamo l’aereo quasi come un métro, nel giro di un week-end siamo tornati alla preistoria.
Tipo che siamo andati all’aeroporto DUE ORE E MEZZO prima del volo. Poi é iniziata una danza fatta di metti la carrozzina in macchina, parcheggia la macchina, togli la carrozzina e gli « attacca carrozzina », prendi armi e bagagli, fai il chek-in con i bagagli normali e un altro con la carrozzina che per Air France é un bagaglio fuori norma (non per Alitalia che te la carica in stiva all’ingresso dell’aereo e te la restituisce scendendo) ; metti la Mollichina nel maruspio, passa la Mollichina nei controlli….Mancava poco che nel casino la mettessimo sul tapis roulant insieme alle giacche e cinture.
L’assistenza a bordo é incredibile: non c’é stata una hostess che non sia venuta a trovarci per proporci aiuto e dirci quanto era bella la nostras bimba (giuro :-). Perfino uno stewart ,giovane e all’apparenza ancora lontano dalla paternità, é stato sedotto dalla Mollichina volante e sfotteva l'Astro sui suoi tempi di cambio pannolino (si le abbiamo cambiato il pannolo in volo!).
Lei é stata un angelo. Io ero una palla di stress, angosciata all’idea che le facessero male le orecchie. Sapendo che dovevo allattarla al decollo e all’atterraggio per evitare problemi ai suoi mini timpani, ho stressato l’Astro al punto che stava incollato al finestrino per dirmi esattamente quando eravamo allineati in pista e da che parte tirava il vento. Avevo la tetta pronta tipo razzo e appena é scattata la corsa gliel’ho rifilata. All’atterraggio, che dura più a lungo, non sono riuscita a sincronizzarmi bene e verso la fine la povera pupina ha avuto un pò male, e ha fatto due pianti striminziti.
Per il resto dei due viaggi si guardava intorno con gli occhi sbarrati, fissando tutte le lucine, tendendo l’orecchio alla voce che spiega le manovre di sicurezza e facendo anche una marea di sorrisi al suo papà. Aveva quello sguardo fisso e curioso che ha sempre nel bagnetto e che sembra dire : «Sta succedendo qualcosa nel mio corpo ma non so bene cos’é… ».
Il momento più bello di questo fine settimana di emozioni comunque, é stato passeggiare nel parchetto della mia infanzia con te, Emme e Esse (un’altra amica storica) e con i nostri bimbi e avere quella sensazione di nostalgia per qualcosa che potrei vivere….Ma questa é un’altra storia.
Effe
Effe
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